Cheratocono
Il Cheratocono (KC) è una patologia a lenta evoluzione non infiammatoria, caratterizzata da un progressivo assottigliamento e sfiancamento della cornea con conseguente evolutivo astigmatismo irregolare che determina un progressivo peggioramento della vista . In casi avanzati si è costretti ad intervenire chirurgicamente con trapianti corneali lamellari o totali per recuperare il visus.
Fattori favorenti il Cheratocono
- IPOTIROIDISMO: a Livello dello strato basale dell’epitelio corneale ci sono dei recettori per la Tiroxina ,per cui, un alto valore di TSH può alterare la struttura delle fibre connettivali della cornea,determinando KC.
- CORTISOLO: Alti valori di cortisolo sia esogeno (assunto per terapia), che endogeno (prodotto dallo Stress),possono determinare o l’insorgenza o il peggioramento del KC.
- GRAVIDANZA: durante il periodo di gestazione i dati fin qui raccolti evidenziano in alcuni casi un peggioramento del KC dopo la gravidanza è stato riscontrato anche un lieve peggioramento nella paziente sottoposta a Crosslinking
Diagnostica del Cheratocono
Negli stadi iniziali il paziente può non accorgersi della problematica e solo una visita oculistica accurata ,durante la quale sia eseguita almeno una topografia ,può consentire di evidenziare la patologia .
Quindi fondamentali sono gli esami diagnostici:
- LA TOPOGRAFIA: è un esame che fornisce notizie sulla forma della superficie corneale. Si distinguono una topografia assiale,tangenziale,aberrometrica, altitudinale. Tali esami sono utili sia nella fase diagnostica che di controllo
- LA PACHIMETRIA: sia ottica che ad ultrasuoni è un esame che riporta lo spessore corneale nelle varie aree corneali ed in particolare all’apice del cheratocono.
- O.C.T. CORNEALE: consente un’ulteriore precisa valutazione della morfologia corneale ,della sua faccia post. ed è particolarmente utile e preciso nell’evidenziare il posizionamento degli anellini INTACS.
Cross-linking (CXL)
E’ attualmente l’unica metodica più recente e valida per bloccare l’evoluzione del Cheratocono quando non è in fase avanzata. E’ infatti fondamentale intervenire nelle fasi precoci del KC perché eseguire il CXL con valori corneali compresi tra 45 / 48 D consente di ottenere anche un miglioramento della visione ; tra 50 / 55 D consente di ottenere una stabilizzazione ; oltre 55 D si può ottenere anche un fallimento del CXL.
MODALITA’ di ESECUZIONE del CXL
Il Cross-linking fino ad oggi è stato eseguito in due modalità e con sostanze farmacologiche lievemente diverse (Ricrolin e Ricrolin TE):
- Modalità standard (con asportazione dell’epitelio) + Ricrolin + raggi UVA
- Modalità trans epiteliale (senza asportazione epitelio) + Ricrolin TE + raggi UVA
Nella scelta del tipo di modalità l’operatore faceva riferimento a particolari fattori:
- Spessore corneale (+/- 400 µ)
- Stadio clinico
- Valutazioni cliniche e/o di opportunità.
Sia con l’una che con l’altra tecnica i tempi sono particolarmente lunghi:
Trenta minuti di imbibizione + altri sei step di cinque minuti ognuno per un totale di un arco tempo di oltre un’ora.
Di recente è stata introdotta un’ulteriore tecnica, IONTOFORESI, che ha migliorato e modificato il CROSS-LINKING e che sicuramente soppianterà le due precedenti.
Tale metodica consente di ottenere i seguenti vantaggi:
- trattamento totale della durata di 15 minuti
- non asportazione dell’epitelio
- una più profonda e omogenea penetrazione del farmaco
- una migliore protezione corneale
- più validi legami cross linkanti
Ciò è stato reso possibile dall’utilizzo di un emettitore di una debole corrente da 0,5/1 mA che, applicato sulla cornea, per il principio di ionoforesi, facilita il passaggio di un nuovo farmaco (Ricrolin +) negli strati più profondi. Questa modalità riduce il tempo della I° fase (imbibizione) da 30 minuti a 5 minuti mentre la II° fase di irradiazione di raggi UVA viene ridotta a soli 10 minuti con il nuovo emettitore UV-A VEGA.